Numero 65

numero 65 schiavonea spumanteNon è una posizione del Kamasutra; e nemmeno una posizione di una qualsivoglia graduatoria; o il mio arrivo ad una corsa campestre disputata.
Non so se vi è mai capitato, dopo un pò di tempo, mettere le mani in tasca (di un pantalone, un jeans, una giacca o una camicia) e ritrovarvi cose ritenute perse da tempo, dimenticate o altro.
Bè, ieri mi capitò di mettere le mani nella tasca di retro dei miei jeans neri, e di trovarvi il biglietto con il numero 65.
Quel giorno era Giovedì 9 agosto e come il giovedì precedente saremmo andati a passare la nostra serata al Lido "Barracuda".<br />
La prima cosa che mi ricordo fu il mio rifiuto ad andarci, per le solite macchiette ordite dai calabresi del lido per biglietti, entrate omaggio, pagamenti con o senza consumazioni eccetera. E per quale motivo poi noi avremmo dovuto sottostare alle loro leggi? Giusto perchè "Vabbè, ma tanto è estate!" ?
E che voleva dire? Che solo perchè siamo in questa determinata stagione, i nostri cervelli sono atrofizzati e quindi i nostri corpi sono disposti ad offrire un tappetino con su scritto Welcome in direzione dei nostri orifizi anali???
Fu così, che per andare controcorrente ai "grandi inganni estivi dei locali", preferì lasciare al loro destino i miei compagni di vacanza, e tornarmene a piedi verso casa.

Risolutiva risultò la telefonata che mi fece pochi minuti dopo il fraterno Spaik, per convincermi a venire comunque. Un pò contrariato, decisi di accontentare le richieste fattemi via etere, ed entrai nel lido, sganciando 5 euro alla cassa in cambio di un biglietto di carta con su stampato il numero 65.

shrekEntrato nel lido, e ripresi i contatti col gruppo vacanziero, mi diressi subito verso il bancone, dove un barista incredibilmente somigliante all’orco Shrek, e con ogni dito della mano pari a due dita della mia, mi iniziò a preparare il primo dei due cocktail che quella sera mi fecero dimenticare parte dei miei problemi di quella sera.

Andando controcorrente e col bicchiere di plastica nella mano destra, decisi di buttarmi nella pista, in mezzo agli amici (e in cuor mio mi sentivo alquanto ridicolo, non avendo una innata predisposizione a dimenarmi in balli et similia), continuando a suggere dalla cannuccia il "nettare malefico" che di lì a poco mi avrebbe donato un oblio di breve durata.
Ballando (o cercando almeno di farlo) l’alcol penetrava molto più velocemente nelle vie delle mie carni, rispetto a quando stavo seduto, e quindi ben presto i presenti ebbero a che fare con il mio Es che intrappolò il mio Io in uno sgabuzzino della mia mente, legandolo e imbavagliandolo su una sedia di vimini.
A dir la verità quel che ricordai il giorno dopo era ben poco, ma chi fu presente, con pazienza certosina, un aneddoto dopo l’altro, mi aiutò a ricomporre le tessere del mosaico di quella sera; e il risultato fu un capolavoro (nel senso ironico del termine…).
Mi sono meravigliato non poco nel sapere di aver affrontato numerosi balli a stretto contatto con buona parte delle ragazze del nostro gruppo.
E cercando di rimembrare l’accaduto, il mio istinto non può che essere rimasto soddisfatto da quel che realizzai…
Meno male che il giorno seguente, il mio Io (ripreso possesso della mia mente lasciata in subbuglio dal mio Es ormai stanco e distrutto in un angolo con ancora un cocktail nella mano) ha pensato bene di scusarsi per il comportamento non consono alla mia persona.

Tornando al "numero 65", mi son dimenticato di raccontare che dopo il secondo cocktail, quando oramai avevo finito il mio propellente, avevo sentito con la coda dell’orecchio, che il deejay della serata, aveva chiamato il numero 65 come vincitore di una bottiglia di spumante, a cui poi ha attinto buona parte della nostra compagnia.
Non vorrei sbagliarmi ma mi pare che fu dopo la vincita che iniziai a perdere quasi del tutto coscienza della mia ragione, lasciando il passo al mio istinto.

Il resto della serata per me rimase offuscato nella nebbia, e mi pare che per più volte l’amico Spaik mi ha rimproverato, tentando di mettermi al letto, mentre continuavo a dare sfoggio della mia buffonaggine facendo smorfie per la finestra della tromba delle scale.

Voglio ora chiudere, chiedendo ai presenti di allora un "Perdono" generale, per quella sera.
Infatti dopo allora rinchiusi il mio Es nella cantina della mia mente, giurando di non farlo uscire per il resto della vacanza, per non fargli rimettere piede nella stanza dei bottoni comandata dal ben più senziente Io. La qual cosa però non ebbe esiti felici il sabato seguente, perchè mi prese la depressione, ma i giorni seguenti invece andò tutto bene. Meno male!

Al prossimo aneddoto!!!

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