“Quelle fungate di una volta…” *

* l’idea del titolo è frutto di un pensiero dell’amica Giusy.

Come mio solito, non mi smentisco mai. Alterno periodii in cui scrivo quotidianamente, a periodi in cui passano settimane prima di riprendere a farlo; oggi è uno di questi casi.
In più c’è da dire che avrei dovuto scrivere tutto ciò almeno un paio di giorni fa, ma lasciamo stare, una pigrizia atavica mi ha assalito in questi ultimi giorni, quindi in parte sono nuovamente giustificato.

A fronte di un sabato sera senza tanta arte nè parte, fa da contraltare, il giorno immediatamente seguente: domenica. Una domenica che dati i tempi correnti, è alquanto sui-generis, visto che invece di scendere al consueto orario italian-sannita (ovvero le 22e30), siamo scesi ben 2 ore prima.<br />
Il motivo è ben presto detto: un contingente scelto di individui di entrambi i sessi, ha ricevuto ordini dall’alto di recarsi in prima serata, in quel di Bagnara, ridente frazione di Sant’Angelo a Cupolo, provincia di Benevento, allo scopo di presenziare alla seconda ed ultima serata della Sagra del Fungo Porcino.
Personalmente non c’ero mai stato in questo piccolo borgo, ma devo dire che quel poco che ho visto era abbastanza gradevole; non è una critica questa che segue, ma mi dava l’impressione di quei paesini sui Balcani, ai piedi del castello del tiranno che sovrasta l’intera valle.
Tutto particolarmente cinematografico. …O era forse il vino trangugiato che mi dava quell’effetto? Bah, sta di fatto che mi è piaciuta la serata.

Chi mi conosce bene, a questo punto della lettura si sarà già chiesto che ci sono andato a fare alla Sagra del Fungo Porcino, se non mi piacciono i funghi porcini?
Infatti anche io nutrivo dei forti dubbi sul mio pasto serale, ma una serata in compagnia valeva benissimo l’ipotetico sacrificio; sacrificio che poi non ha avuto ragione d’esserci, poiché ho ampiamente rimediato con un ottimo panino salsiccia e melanzane sott’olio e una "pulanchella" (leggasi pannocchia) arrosto; entrambi innaffiati da sapienti dosi di vino paesano gentilmente offerto a piè sospinto dalla pro loco.

Particolarmente rilevante per la riuscita della serata, è stato l’apporto del colonnello Mojito Joe, meglio conosciuto come Ghigo; che per svolgere bene la sua azione sul territorio si è avvalso della compagnia del fidato luogotenente Pier, dedito al trasporto del corpo del colonnello stesso, una volta che questi era oramai saturo di qualsivoglia tipo di alcool precedentemente assunto; e per evitare che guidando verso casa a missione compiuta, incappasse nel feroce controllo delle forze di polizia locali.

Memorabile è stata l’irruzione in uno (o forse era l’unico?) bar del paese, dove il contingente scelto si è appropriato di due tavoli su tre degustando amari e liquorini vari, durante due partite in contemporanea a carte.
E nel mentre otto decimi del gruppo erano impegnati a fare ciò, i restanti due: Pier e Zio Silvio, pattugliavano la zona all’interno e all’esterno del bar, interrogando gli autoctoni e gli avventori dello stesso, allo scopo di raccogliere più informazioni possibili.
Ad un tavolo Giusy e la di lei "cognata" Carmen Vs Angelo e il di lui fratello Gerardo per una partita a tressette; all’altro tavolo io e Ghigo Mojito Joe Vs Simona e Martina a scopone. Per la cronaca vittoria di entrambi i team maschili, ma quella a scopone è stata vittoria di camorra, dato l’appropriamento indebito di 4 punti alla seconda mano da parte di Ghigo. Appropriamento ben mascherato dalla bronzea faccia del suddetto, intento a chiedere nel frattempo al barista come fare a mettere il televideo con un telecomando sprovvisto dell’omonimo tasto, al fine di conoscere il risultato del posticipo serale Milan Bari.

A questo proposito mi ero scordato di dire che arrivati a Bagnara, il contingente intero si è ritrovato immediatamente isolato da comunicazioni esterne, data l’assenza di campo di tutti e tre i gestori telefonici conosciuti. Ciò ha fatto sì che inizialmente coloro a cui era stato affidato l’approvigionamento, fossero privi di collegamento da quegli altri che avevano provveduto alla creazione del campo base.
Fortunatamente anche grazie alle ottime doti di osservatore da me in possesso, siamo riusciti a ricongiungerci col nostro plotone.

Abbiamo poi ritenuta compiuta la missione quando abbiamo ricevuto sempre dalla pro loco, assaggi di ottima sangria. In seguito il paese ha iniziato a svuotarsi e a chiudere baracca e burattini, e incredibilmente dal tipico orario italian-sannita, a mezzanotte eravamo già sui nostri mezzi di trasporto per tornare a casa.
Che bello è scendere in orari decenti, e non da nonno come vengono erroneamente ritenuti. E credo che in questo la famigerata Signora Rivellini sia ampiamente d’accordo con me.

2 Risposte a ““Quelle fungate di una volta…” *”

  1. Beh,sui funghi non ci troviamo perchè a me piacciono tanto e nemmeno sulla pulanchella che a me piace bollita!Però…sto odiando anch’io chi esce tardissimo la sera e se ti fai una passeggiata alle 21,30 vieni considerato anormale.A bn purtroppo c’è questa concezione!bacio. IKebana

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