La tartaruga apre il suo guscio: “Mi hai deluso…”

Torno a scrivere qui spinto dalla forte volontà provata giusto qualche minuto fa (ma che in realtà era sopita in me da un paio di mesi), dopo aver visto, letto, e intuito determinate cose che mi hanno portato a fare queste conclusioni.
Ciò che voglio dire, lo farò sottoforma di lettera dedicata.

Innanzitutto volevo dirti che mi hai profondamente deluso, e in cuor mio mi piace pensare al fatto che in minima parte, anche tu ti sia accorta di quel che mi hai fatto, e come ti sei comportata.
E pensare che inizialmente ti credevo diversa da tutte le altre, e invece, in fin dei conti, ti sei dimostrata non tale, ma forse forse anche peggio delle altre per quell’atteggiamento tenuto negli ultimi tempi, e per quelle parole forse per te insignificanti, ma che hanno pesato come macigni per me.

Forse era tutto frutto della mia immaginazione o meglio, della mia speranza di aver trovato finalmente una persona con cui condividere qualcosa, o anche perché no, una parte della mia vita.
Forse come spesso mi è capitato in passato, ho corso troppo sulle ali della fantasia (ah benedetto/maledetto difetto!) e son rimasto basito da quella che si è rivelata essere poi la realtà delle cose.

Quel che mi spiace ulteriormente è che dopo tutto questo, implicitamente con il mio silenzio, ho voluto darti l’opportunità di scusarti del tuo comportamento, facendo sì che fosti tu a volgere il primo passo verso di me affinché potessi riconsiderarti come persona e perdonarti di quel che hai fatto e detto nei miei confronti…

E invece così facendo ho avuto purtroppo la seconda delusione, non pari alla prima ma ci siamo quasi; la riprova che in fondo in fondo non valeva la pena continuare a pensare a questa tua redenzione, quando io, per te, non avevo la benché minima rilevanza, ma ero probabilmente uno dei tanti da sopportare per qualche tempo, aspettando che prima o poi mi stancassi, e facendo buon viso a cattivo gioco davanti agli altri.

Magari ( o quasi certamente) mi hai paragonato a quella categoria di persone morbose, insopportabili, "alquanto fastidiose", e da evitare come la peste quanto prima possibile.
Il bello (parlando ironicamente) è che non mi hai dato la benché minima fiducia nemmeno per amicizia, chiudendo ermeticamente anche a questa eventualità, e sì che non era neanche così pretestuosa come richiesta.

Forse sei ancora nella convinzione che il tuo "istinto" ti ha ben guidato nel decidere così, e forse tutto quel che ho scritto finora invece di farti riflettere, ti darà l’opportunità di confermare la "bontà" del tuo comportamento nei miei confronti.

Forse ora il mio attuale errore è stato quello di non perseguire in questo mio silenzio; quello di fare un piccolo buco nel velo di questa nostra reciproca indifferenza, per dirti tutto ciò che pensavo e che sentivo, e dare più importanza di quanto ne meritasse tutta questa faccenda, alzando forse così ulteriormente la tua autostima nel sentirti ancora così considerata da me dopo tutto questo.

La cosa che forse ti farà sorridere, è che io nonostante tutto quello che ti ho appena scritto; nonostante non abbia nemmeno la più piccola chance con te, visto che ci sono stati dei "ritorni" nella tua vita (nonostante tu affermassi di stare bene da sola); ho ancora fiducia (o speranza…) che tu possa tornare sui tuoi passi.


Sinceramente Alberto.

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