La sorpresa inaspettata dopo il ritorno da un lungo viaggio.

Ero stato via da casa per un anno o due, in giro per il mondo: Sudafrica, India, Australia, Stati Uniti. Un giro del globo sulle stile di Into the wild: passando canyon, attraversando foreste, camminando per lunghe distese aride, eccetera eccetera.
Stranamente avevo anche chi mi ostacolava, come se fosse un gioco di ruolo, e come un videogioco, avevo dei checkpoint dove arrivare e poter salvare il cammino fatto fino ad allora.

Dopo un lungo peregrinare riesco a tornare a casa, in Italia, anche se il luogo dove mi trovavo non mi ricordava affatto Benevento. In tutto questo tempo erano poche le persone con cui ero rimasto in contatto, e mi trovavo in una villa con tutti i comfort, e tante stanze, con tante altre persone che avevo conosciuto durante il mio viaggio, o che avevo conosciuto lì per lì.

Appena posato lo zaino, ed essermi messo a mio agio, chiedo a chi di dovere chi ci fosse che conoscevo già da tempo. Mi viene risposto che c’era “Lei”, l’ultimo amore della mia vita. Chiedo di cosa avesse parlato fino a poco prima della mia venuta, e mi viene risposto che aveva discusso sulle sue ultime relazioni, e sulle tante complicazioni che aveva avuto sino ad allora, nominando poi a più riprese un certo “il Conte”.
Gli occhi mi si illuminano: quello era uno dei miei tanti soprannomi che mi erano stati affibbiati. Incredibile pensare che a distanza di anni ero stato così importante per “Lei” nonostante tutti i casini che ci erano stati tra noi.

Senza proferire alcunché faccio un cenno di intesa al mio interlocutore e vado nella zona piscina della villa, andandomi a coricare su un bel cuscinone a poca distanza dal bordo piscina, e mi ritrovo a chiacchierare dei miei viaggi con una ragazza che avevo conosciuto qualche giorno prima.

Tutto ad un tratto, mentre ero ancora con lo sguardo fisso verso l’alto, vedo arrivare “lei”, in costume che mi sovrasta da sopra, accenna il suo classico sorriso a bocca chiusa, quel suo sorriso che non è naturale come quello suo solito stile “signorina Colgate”, un sorriso che ti fa capire che “mi fa piacere vederti, ma sono ancora un po’ imbarazzata“.

Sapevo che c’era anche “lei” lì, e lei sapeva che c’ero anche io. Un incontro che magari aspettavamo entrambi da tempo, ma io non mi mostro sorpreso nel vederla, anzi le parlo come se non ci fossimo visti dal giorno prima: “Ue ciao, come stai? Fatti salutare…
Lei ricambia il saluto e si china verso di me per darmi un bacio sulla guancia, io mi alzo verso di lei per dimezzare la poca distanza che ci divide, e nessuno dei due china la testa dall’altro lato per farsi baciare sulla guancia: entrambi andiamo dritti e il risultato che esce è un bacio a stampo sulle labbra.

Il tutto non dura neanche due secondi, io poi mi appoggio sui gomiti e lei si china in ginocchio affianco a me. Entrambi restiamo sorpresi da questo breve contatto tra di noi, dopo tanto tempo, e facciamo finta come se non fosse mai avvenuto, continuando ad aggiornarci su quel che avevamo fatto sino ad allora.

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