Esame sì Esame no, Esame boom, la terra dei cachi

Con il post di ieri ho rotto il ghiaccio (e sicuramente anche le palle/scatole di qualcuno che si sarà annoiato dopo le prime 20 righe); con oggi voglio sfogarmi, parlando dell'ultima tornata di esami di inizio marzo.

Premessa.
Ad inizio 2011 le sessioni di esame previste erano solo tra metà gennaio e inizio febbraio. Come al solito, un po' per pigrizia, e molto per problemi di salute (maledetta influenza giunta a pezzi!!!) non ho sostenuto nemmeno un esame. C'è da dire poi che sebbene la sessione di febbraio si sarebbe dovuta concludere il 25, già dopo il 12 non c'erano più esami da sostenere. Di questa situazione ne eravamo già al corrente sin da prima di Natale, e già da allora una mia collega di corso, si prodigò con mail e telefonate varie agli organi competenti universitari, per far sì che aggiungessero anche una sessione a marzo (colpevolmente eliminata in precedenza), per ovviare a questo inconveniente e impedire che a chi come lei mancassero solo 2 esami, non dovesse aspettare fino a giugno, e quindi pagare le tasse inutilmente…

Nonostante tutti questi sforzi, sia da parte della mia collega che da parte mia e degli altri nella nostra situazione, non ricevemmo risposta alcuna.
Il caso volle che poi, venerdì 25 febbraio, mentre andai a controllare sul sito, nella mia pagina personale, come ero messo con i pagamenti delle tasse, capitai nella sezione delle prenotazioni esami, e vidi che ben 3 su 5 degli esami che mi mancano erano cliccabili. Vado su uno di questi e con sorpresa vedo che in pratica hanno pubblicato le date a marzo!

Contatto subito questa mia amica, e quasi incazzato le chiedo come mai non mi avesse fatto sapere niente in merito. Lei resta basita: era all'oscuro di tutto; controlla sul sito e poi tutta contenta addirittura mi ringrazia per averle fatto notare la cosa; anche perché a detta sua, aveva controllato tutti i giorni fino alla sera prima, e non c'era scritto alcunché. Tra l'altro, quello stesso venerdì era anche l'ultimo giorno utile per prenotarsi a questi esami.
Il primo esame ci sarebbe stato martedì mattina, il tempo era obiettivamente poco per studiare, massimo tre giorni, e la mia amica, per ricambiare quindi l'annuncio che le avevo dato, mi passa per email dei riassunti sull'esame, per un totale di sole 30 pagine.

A quel punto il tempo c'era, la roba da studiare era esigua, ma comunque bisognava integrarla con delle letture sui libri stessi.
Seppur impegnato per le tre sere successive (sabato = festa di laurea specialistica per TatinaMari; domenica partita al Cervellone all'Heinjoy per vincere un viaggio; lunedì posticipo Benevento – Cosenza), alla fine sono riuscito a far coincidere tutto!
Alla fine Sociologia dell'industria culturale portato a casa con un decente 24! Per così poco tempo avuto a disposizione, è un ottimo risultato, no?

[nel continua a leggere, l'Esame No]




Fiero dunque dell'acquisizione di questo risultato, decido quale esame avrei fatto tra gli altri due che avevo prenotato, e opto per Teoria e storia della fotografia, il cui programma da studiare, consisteva in meno pagine rispetto all'altro, Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico.
Purtroppo non riesco a completare lo studio di tutto il programma, ma decido comunque di andare all'appello del 10 mattina.
Con me ci sono altri due colleghi, di cui uno all'ultimo esame. Alle 9e30 la prof non c'è, e dopo aver chiesto più volte agli uscieri, veniamo a sapere che sarebbe venuta per l'una e qualcosa. Pensate che la sera prima, ero andato a dormire proprio verso l'una, e la mattina mi ero svegliato alle 6, per prendere il treno alle 6e30, e arrivare all'università per tempo.
La prof, giunta l'ora, arriva tutta tranquilla, e le facciamo presente che l'esame era però alle 9e30. Lei, venuta da Roma col treno, dice che ciò non è vero, poiché si sapeva che l'esame sarebbe stato verso l'una, a nulla serve dirle che sia sul sito che sulla stampa degli esami in bacheca l'orario fissato era alle 9e30…

Va dunque il primo, che è all'ultimo esame, e la prof gli mette 20, dicendogli che essendo anche per lei l'ultimo appello, si era permessa di dargli quel voto, in un'altra situazione sarebbe invece stato bocciato.
Va la seconda, molto preoccupata per quello che aveva detto poc'anzi la prof, e alla fine riesce comunque a prendere 24. Un po' meglio del primo, ma la prof le ripete la stessa frase.
Toccherebbe a me, ma prima di andare a sedermi, le chiedo maggiori informazioni sul fatto che questo sia per lei l'ultimo appello. La prof mi risponde dicendo che non essendoci il suo corso per quel semestre, questo del 10 di conseguenza sarebbe stato il suo ultimo appello. Io le dico che anche per Storia del cinema ci fu la stessa situazione, e che fino a quando ci sarebbe stato uno studente che avrebbe dovuto sostenere quell'esame nel suo piano di studi base, l'appello ci sarebbe stato anche per le sessioni successive.
La prof incredibilmente mi smentisce dicendo che non è così che vanno le cose, in più mi esorta a sbrigarmi nel sostenere l'esame; io nel dubbio allora decido di farlo comunque.

Parto dall'inizio del programma, e parlo per buoni 10 minuti, la prof mi dice che fino a quel momento, nonostante la proprietà di linguaggio e di esposizione dimostrata, e nonostante non abbia mai esistato nel discorso, la mia valutazione è appena sufficiente, 18.
Decide quindi di farmi un'altra domanda, sulla parte finale del programma, al che le faccio presente la mia situazione. La prof si inalbera, e mette in mezzo la "correttezza verso tutti quegli altri miei colleghi che avevano studiato l'esame per filo e per segno", e su questo punto le dò ragione, ma nel frattempo prende la penna e la camicia dell'esame e mi chiede cosa voglio fare a quel punto; lei ha frettae non può perdere tempo dietro a me.
Io le chiedo se può aspettare qualche minuto, il tempo di decidere se accettare o meno il 18, e lei tra il sorpreso e il compiaciuto, mi dice che l'esame non me l'avrebbe dato, e che non stava aspettando di scrivere nome, cognome e matricola sulla camicia, ma stava solo per tirare la riga per chiuderla.

Deluso e arrabbiato al tempo stesso, per essere stato trattato a quel modo, con tanta strafottenza, prendo le mie cose, saluto educatamente, e raggiungo lo studio della dott.ssa Ferrieri, dell'ufficio per la didattica, per chiederle delucidazioni in merito all'esame per le sessioni successive.
Un usciere mi impedisce di entrare nel suo ufficio, visto che era passato l'orario di ricevimento, e quindi per non perdere tempo, la chiamo al telefono.
Alla fine, dopo averle spiegato tutta la situazione, la dott.ssa Ferrieri dà ragione a me, a riguardo degli appelli di esame, anche in assenza del corso durante il semestre, e quindi mi tranquillizzo.

In fin dei conti l'esame per quanto l'ho studiato, non mi è parso proibitivo, e quindi per giugno confido nella riuscita della mia rivalsa.

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