Cuore di nonna.

Stanotte ho sognato mia nonna paterna.
Ormai ha lasciato questa Terra da dieci anni, ma qualche volta mi ricapita ancora di rivederla oniricamente parlando.
Questa volta è capitato senza che io la ricordassi durante l’arco della giornata; eh sì perché il più delle volte i sogni non sono altro che rielaborazioni notturne, spesso alla rinfusa, di ricordi o accadimenti avvenuti durante le ore precedenti.

Avevo trovato mia nonna nei pressi di uno stand, vicino ad uno stadio o stabilimento sportivo, quegli stand tipici di feste paesane dove vendono roba da mangiare.
Mia nonna mi aveva offerto un piatto di zuppa, brodo o minestra; e nel mentre io lo stavo per degustare, mi ha chiesto così su due piedi, se fossi ancora innamorato di Adalgisa.
Lì per lì mi sono stupito, poi mi sono ricordato che essendo il mio primo amore, anni e anni fa, fu anche l’unica ragazza di cui parlai con mia nonna.
Senza poi aspettare una mia risposta, mia nonna mi dice di lasciar perdere, perché ora la suddetta Adalgisa aveva accettato un lavoro offertole da un’amica nell’ambito del commercio industriale dei fazzolettini, e che quindi avrebbe lasciato la città per andare fuori Benevento, lontano.

Dopo aver udito questa “novità” di cui ero all’oscuro, le dico di non preoccuparsi a questo riguardo, erano ormai anni che non mi interessavo più di lei, e le ho pure fatto sapere che in realtà ora ero in fissa da anni per “un’altra ragazza”.

Mia nonna mi sorride come era solita fare, con quei pochi denti che le erano rimasti, mi accarezza il viso, si riprende il piatto e se ne ritorna nello stand per lavarlo.
Non l’ho più rivista.

P.S.: ho saputo poi che “l’altra ragazza” aveva avuto un’altra disavventura e mi sono alzato col pensiero se ciò fosse successo solo nel sogno o anche nella realtà.

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