Ciò che è appena stato

13 giorni passati dall’ultimo scritto. Però!
Anche se credo di aver fatto di peggio in passato…
Volevo riallacciarmi all’argomento del post del 10 dicembre in cui dicevo di essere alquanto sfortunato per quel che riguarda il mese di dicembre, ed in effetti è proprio così.
Oggi è l’anti-vigilia e quindi, in teoria, i giorni peggiori devono ancora arrivare, sperando che questo 2008 finisca quanto prima… (e guardate questo link dell’anno scorso perché il 27 dicembre è il mio giorno strasfortunato per tradizione).
Ma passiamo al giorno clou.

GIOVEDI’ 11 DICEMBRE
Vado a Napoli svegliandomi in orario antelucano, per arrivare in tempo all’università per seguire un seminario; come ogni volta che si va a Napoli, naturalmente piove a dirotto con fiumi d’acqua per i marciapiedi, ci vorrebbero degli stivali da pesca per non inzupparsi…
Compro 4 libri per un costo totale di 80 € per poi scoprire da una collega di corso che una copisteria poco lontana dall’università, vendeva gli stessi libri fotocopiati…

Torno da Napoli, accompagno il Pario a casa sua, e al ritorno, mentre sto girando a sinistra verso l’Ospedale Civile, una signora non si ferma allo stop e mi viene nella fiancata: portiera bloccata e macchina incidentata. OLE’!
Modulo CID da compilare, perizie assicurative da effettuare, carrozziere da andare a trovare. A conti fatti verso metà gennaio il mio veicolo tornerà come seminuovo; intanto mi devo accontentare del mezzo servizio e dell’aiuto degli amici per gli spostamenti.

A completare la serata una notizia via msn da una persona che non sentivo da un pò, e che pensavo potesse risollevarmi il morale, e che invece dà l’ultima botta per far crollare quel poco di speranza che stavo coltivando (N.d.A.: inutile che mi chiediate qualcosa a riguardo, per soddisfare la vostra ipotetica fame di curiosità, in merito a ciò sarò una tomba).

A risollevarmi il morale non poteva che intervenire l’università, ponendomi davanti la prospettiva di un corso che si protraeva nell’arco di una sola settimana, al netto di 30 ore (5 al giorno per 6 giorni, sabato compreso).
Ho riassaporato il piacere di essere un corsista; di sottostare agli orari dei mezzi pubblici per potermi spostare; e fare nuove conoscenze con i nuovi colleghi di corso (N.d.A.: ma più che altro dovrei dire colleghe, visto che sono l’unico corsista maschio, gay esclusi ovviamente perché questi all’università iniziano ad abbondare come funghi dopo una notte di pioggia).

Nel weekend appena passato, è stato un piacere rivedere visi di vecchi amici che mancavano da Benevento da qualche mese, quasi tutti per motivi di studio.
In più, tornando finalmente al presente e cioè a ieri, mi preme lasciare qui, a imperitura memoria, l’idea di una storia con l’amicone Rafao in veste di becchino, alle prese con l’incombenza del suo lavoro e alle richieste disturbanti dei familiari di un defunto.

"Signò iatevenn’ nu poc’ a fancul’, tant chill’ maritev’ oramai è carn’ pi vierm’!"

(TRAD.: Signora andatevene un pò a fanculo, tanto vostro marito oramai è carne per i vermi).

Per sottolineare come dopo la morte non ci sia più bisogno di sottostare ai ritmi frenetici che la nostra società ci impone continuamente.

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