Alla Ricerca del Cell Perduto

Ieri sera, al casale in campagna di Leo Trueliar, festino atto a festeggiare la avvenuta laurea di Guiduccio.
Uhm, devo dire che nel mio piccolo, la serata non è stata affatto malaccio, certo che come tutte le cose di questo mondo sarebbe potuta andare meglio (ma anche peggio, sia chiaro).

Ma lasciamo stare, il motivo del mio scrivere è quello che mi è accaduto dopo, e nella notte.
Al ritorno, prendo un passaggio dalla Zia, e tornato a casa, appena richiusa la porta di casa, mi accorgo che mi manca qualcosa, ovvero il telefonino del titolo.
Subito la mia mente va al retro della macchinina verde della Zia, e quindi mi ripropongo tranquillamente di a recuperare il cell il mattino dopo, chiamando la proprietaria, e penso che tutto sia finito lì, ma mi sbagliavo!

Nella notte il mio inconscio inizia a fabbricare sogni, e varie situazioni scollegate tra di loro nella realtà, risultano poi unirsi in un pot-pourri incredibile.
Ben presto scendo da casa e vado nel giardino del parco, dove ci sono alcuni operai che stanno, guarda caso, scambiando le varie SIM dei loro cellulari su di una pietra, con miriadi di batterie, memorie e
custodie di cellulari sparse per tutto il terreno.
Fortunatamente trovo il mio cellulare in mano ad uno di questi manovali che nel frattempo hanno concluso la loro pausa dal lavoro, e mi lasciano campo libero nella mia ricerca della SIM, visto che nel mio cell c’era una altra scheda non mia.
Tra un ciuffo d’erba e qualche pietra inizio a trovare schede WIND, TIM e Vodafone, ma nessuna di queste è la mia. Continuo nella mia ricerca e scavo con le mie unghie in superficie, trovando altre vecchie SIM sepolte da chissà chi; ma niente, non c’è proprio nulla da fare, non riesco a trovare il mio obiettivo.

Decido allora di cambiare luogo di ricerca (e ora non ricordo neanche bene in base all’indicazione di chi presi questa decisione), andando a cercare un mezzo di locomozione nei vicini garage chissà perchè adibiti a magazzini e officine meccaniche.
Prendo un motorino mezzo scooter e mezzo vespa special, e vado a casa di mia nonna a cercare indizi. Lì incontro Leo che mi chiede un passaggio in mezzo a Via Napoli (chissà che cazzo dovevi fare…).
Al mio ritorno ritrovo il mio parco tutto in festa, e non capisco bene cosa si festeggi, poi noto che tutto il quartiere è agghindato e inizio allora a chiedere a qualcuno dei presenti cosa ci sia.
Come se fossi un fantasma, nessuno mi caga, però intravedo una faccia conosciuta, è Simona che mi dice di seguirla in strada, e mi conduce ad un manifesto appeso con il programma della festa in atto; e su  una parte di questo manifesto noto due facce conosciute: Spaik e AC!
Insomma la grande festa che stava mettendo in subbuglio tutto il quartiere (impedendomi tra l’altro la ricerca della mia scheda SIM) era il matrimonio della coppia!!!

Il seguito del sogno non me lo ricordo, so solo che poi quando mi son svegliato mi chiedevo se veramente avessi perso il cellulare con la scheda nel mio giardino, poi piano piano ho ripreso contatto con la realtà e in mattinata ho recuperato il cell a casa della Zia.

 

EPILOGO

Nella mia uscita mattutina (era quasi mezzogiorno però…) ho anche convinto mio padre a comprare l’adattatore del lettore CD/Mp3 per il vecchio stereo della mia Fiat Bravo. Si cambia musica finalmente!!!
Ora vado che sono in ritardo per l’asta di riparazione del fantacalcio (Spaik scusa!), poi stasera altra festa di laurea, questa volta della su citata Simona. AHEEE!
Tra tutte queste feste era meglio che mi arrivava un avviso di garanzia! Alla prossima!

3 Risposte a “Alla Ricerca del Cell Perduto”

  1. ahahah che risate! ma che razza di sogni fai! finalmente posso portare i miei cd nella tua macchina e insordarti!=P

    ciao ciao

    simona.

  2. X Simona: nei miei sogni la fantasia è al potere! Può capitare di tutto, e te l’ho anche raccontato in passato.

    Per i cd dipende se mi piaceranno o meno, ma non escludo qualche traccia audio a piacere tuo, poi ci metteremo d’accordo 😉

    X Spaik: la festa era di quartiere, quindi veditela con chi di dovere, non certo con me che tra l’altro ne ero all’oscuro.

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