Caro Babbo Natale,
ti ricordi di me? Sono io, come io chi? Vincenzo D. il bambino di Benevento, rammenti? Quello che puntuale ogni anno ti scriveva la sua letterina che poi non so come, ritrovai molto tempo dopo assieme a tutte le altre nel cassetto della scrivania alla ferramenta di papà, poi mi fai sapere come ci sono finite lì, ok? Comunque, sono lo stesso Vincenzo che ti difendeva con toni accesi quando alcuni dei miei compagni delle elementari (specie quel Tommy che era evangelista e tu gli stavi sul cazzo) sostenevano con prove schiaccianti la tua “inesistenza”, alle quali però non davo credito forte del fatto che io, il mio regalo la mattina del 25 dicembre lo trovavo sotto l’albero, o magari vicino al letto e/o altro punto strategico della casa. Certo che dovevi conoscermi proprio bene…e poi, diciamocela tutta, ma chi era quello che vidi nella puntata natalizia di TeleMike collegato in diretta dal Polo Nord, se non tu? Tutto corrispondeva alla descrizione che mi avevano fatto di te i mass media. Devo chiederti scusa però, tu già sai a cosa mi riferisco, è vero, non ti ho mai scritto prolissità sdolcinate come mi suggeriva sempre di fare mamma: “Dai Vinci, scrivi qualcosa di bello a Babbo Natale non chiedere solo il regalo, altrimenti rischi che non ti porterà quello che vuoi.” Si, facile a dirsi, ma io manco ti conoscevo o almeno, ti conoscevo solo per sentito dire. Eri un vecchio barbone obeso vestito di rosso che in una notte consegnava doni ai bambini di tutto il Mondo (occidentale). Per me eri un mito (e continuai a rispettarti anche quando seppi che ti servivi di aiutanti localizzati a seconda della latitudine del pianeta) ciononostante la mia lettera standard restava, a dispetto del fatto che crescessi, la seguente: “Caro Babbo Natale, quest’anno per Natale potresti portarmi per regalo la: Lego comando spaziale/Il Castello di Greyskull, ecc…grazie. Ti voglio tanto bene, ciao, Vincenzo D.” In fondo, cos’altro potevo scriverti? E poi ripeto, comunque mi ritrovavo accontentato e quindi non ero molto spronato ad impegnarmi più di tanto, il bramato dono arrivava sempre. Forse anche perchè ho recentemente scoperto che ti finanziava la Coca-Cola Company sin dagli inizi del ‘900. C’avevi il cash, eh? Infatti, per un pò mi sono pervenuti anche regali da mia nonna materna (che per me è una seconda mamma) finchè non è nata mia sorella Michela e tu, devi aver deciso che non c’era sovvenzione che tenesse, un altro regalo equivaleva ad una mosca che si posa su uno di quegli improbabili bilancieri da una tonnellata che si vedono alzare nei cartoons dall’eroe Disney/Warner di turno. Avrei voluto bere più Coca-Cola per permetteri di tornare alle vecchie care abitudini, ma…ruttavo troppo! Incassai il colpo anche stavolta e continuai imperterrito a sfruttare quel poco che mi restava da trafugare della tua bontà incondizionata, sentivo che le cose però negli ultimi anni si mettevano male. Lo ricordo molto bene quell’anno che i miei chiesero solo a mia sorella cosa avesse voluto trovare sotto l’albero. Mancava circa un mese al tanto agognato giorno ed io andai a discuterne con mia madre: “Allora mamma, io voglio…!”, non riesco a ricordare bene cosa mi disse lei, ma mi interruppe facendomi subito capire e nel modo più sereno possibile (cosa impossibile!) che tu non esistevi, non solo non eri mai esistito ma, tieniti forte, tu erano loro: mamma & papà! Oddio…il vago sospetto ce l’avevo pure, ma pensavo che i miei genitori fossero degli ulteriori aiutanti ai quali magari consegnavi il regalo che loro avrebbero recapitato a me, degli innocui fattorini insomma, i terminali della tua capillare rete di distribuzione. Mai avrei pensato che loro ci rimettessero di tasca propria…all’improvviso, tutto mi fu più chiaro. Piansi disperato, attaccandomi alle gambe di mia madre che in quell’occasione si tenne un pò “fredda”. Era ora che capissi. Me la cavai ancora una volta con l’ultimo premio di consolazione (una versione tarocca, ma efficiente, de “Il piccolo mago”) ma non aveva più lo stesso sapore [a onor del vero però, io e Spaik ci facemmo una discreta sommetta (vero Marco?) con quella scatola. Allestimmo uno spettacolo di magia per pochi intimi. Di certo non grazie a te!]. E’ da allora che non ci sentiamo, vero? Anzi, per essere precisi dall’anno prima, insomma dall’ultima volta che ‘sto fesso ti ha scritto o comunicato a voce tramite mamma e/o papà, tipo telefono senza fili (cazzo! Ora ho capito proprio tutto!!!) l’annuale oggetto del desiderio. Beh, stavolta di cose da dirti (leggi: da cantartene) ne ho avute (anche troppe…mmmhhh, forse no) e l’ho fatto nel modo più tecnologico possibile, usando il mio/nostro blog. Magari nemmeno sai usare internet perciò forse non leggerai mai la mia comunicazione…maiii!!! Perchè sei morto! E anche se, da quando ti ho ucciso, da buon materialista, il Natale continua fievole ad esistere solo per le prelibatezze culinarie del periodo, sento che il totale dei palchi delle renne della tua slitta, è vivo e vegeto, e grava sulla mia testa, meno male che eri solo un concetto astratto!…grazie anche di questo.
Sai? Non ti voglio più tanto bene…
Fanculo!
Vincenzo D.
ottimo pario hai scaturito in me un bel pianto psicologico
Pario stavolta mi hai commosso, complimenti, se fosse stato un tema e io un professore avresti preso 10!! Un altro passettino in più e ti rendeai conto che pure Dio è inventato, finanziato e costruito da qualcuno che vuole tenerti buono… Buone feste a tutta (vabbè, non proprio tutta) la PAS!!
Il Condannato.
mitico fù!auguri anke a te.oh ragà,cmq vediamo d addobbare 1pò sto cazzo d blog!
LastIlPario