Se oggi sono quello che sono (un pervertito represso, per giunta pezzente come non riesce a fare a meno di sottolineare Masso) lo devo in larga parte alle letture che hanno forgiato la mia cultura avvezza al laido e all’infimo… un nome su tutti: "Teletutto"! Ah, che "Nostalgia canaglia" se ripenso a quando con Spaik, appena adolescenti, ci si recava all’edicola della Stazione Appia (n.b. subito dopo la messa domenicale @ S. Cosma & Damiano, ove svolgevamo il ruolo di chierichetti) muniti delle nostre belle £ 1.000 (ahimè! E’ proprio vero che l’Euro ci ha rovinati…), o giù di lì, per acquistare il tanto agognato nuovo numero del "giornaletto" che, solo nominalmente aveva lo scopo di illustrarci il palinsesto televisivo della settimana ma, che con i suoi servizi "senza veli" su show-girl (o presunte tali) più o meno affermate, faceva ribollire i nostri giovani ormoni… "cazzo"! (E’ proprio il caso di dirlo) Se faccio un pò di conti solo ora capisco che sto parlando di qualcosa che succedeva ormai circa 10 anni fa! Molte cose dovrebbero essere cambiate dall’epoca, eppure, se salgo con i piedi sulla sedia della mia scrivania e guardo in cima alle mensole del pianale libreria della stessa, vi trovo una scatola di legno in cui da quasi due lustri custodisco gelosamente alcuni cimeli/residui di quella golden age, e dalla quale saltuariamente attingo per darmi "conforto" quando non posso collegarmi ad internet o mi trovo a corto di materiale da visionare… Il prezioso contenuto della scatola che per la maggior parte si compone di "Teletutto" (una decina circa, assieme ad altre riviste tra le quali un paio di numeri di Tele 2000, altretanti di "Prima Volta", un "Diario Proibito" e qualche numero sgualcito di testate più spinte come "Le Ore", ecc…) è impresso nella mia mente, incancellabile, e sembra quasi tenermi legato a doppio filo con quel periodo Pan-Peter Pan durante il quale mi impossessavo dei "Cioè" (e riviste simili, es. "Top Girl" qualche anno più tardi) della mia sorellina per visionare le pubblicità degli assorbenti/tamponi più alla moda e/o leggere l’angolo della posta e/o del sesso, sempre pieno zeppo di passaggi con bambine zoccole che già scopavano prima ancora di aver avuto il menarca… e ancora, mi sovviene di quando prendevo il "Grand Hotel" di mia mamma e lo portavo con me nel cesso (cosa che faccio tuttora) se lo ritenevo particolarmente "interessante" (quando magari conteneva uno speciale su lingerie o un servizio con le foto di donne v.i.p. in spiaggia in atteggiamenti osè), i maschietti potranno di certo capirmi… ricordi (poco ortodossi) che porterò con me fin dentro la bara insieme al rimpianto di non aver conservato almeno un numero di "Joint!"… sigh-sigh!…

P.S. Questo post è dedicato a Ubaldo (meglio conosciuto come ^tutti^, che nel recente passato ha tanto insistito perchè io scrivessi qualcosa al riguardo) oltre che a tutti i miei "compagni di merende" della PAS* in special modo a Spaik, DJ Masso, Emilio (a.k.a. Paniko, ex Prot, ed il suo olio profumato, anche se sono sempre stato restio ad adoperarlo) e A.R. (ex Sampei) inventori/sostenitori assiame a me, del concetto di "Pippa party"*!

*Dicesi "Pippa party": Raduno esclusivamente maschile con conseguente visione, masturbazione e scambio di materiale erotico-pornografico di tipo sia cartaceo che audio-visivo.
Sono passati alla storia i seguenti pippa parties: quello nel pollaio a casa vecchia di Marco, in cui, esausto, minacciai di usare una gallina per darmi il piacere; quello a casa del sottoscritto, quando mè medesimo poggiai il glande sul padiglione auricolare del DJ Kulo; quello a casa nuova di Spaik,  "inaugurammo" con tutti i "membri" (maschili, A.R. compreso) della PAS* il divano del soggiorno (visionando un vecchio film in cui Rocco Siffredi era poco più di una comparsa e adoperava il collo di un fiasco di vino per coinvolgere la troia di turno in un amplesso); uno a casa di Emilio, con me e Masso, una mattina in cui si faceva sciopero a scuola con conseguente introduzione (molto bene accetta da parte del chiattone) dell’olio lubrificante aromatizzato; quello che organizzammo all’improvviso la prima volta che io e A.R. salimmo a casa di Roberto, "toccandoci" aiutati dalla visione di un film di manifattura teutonica in cui lei doggy-style durante la penetrazione prendeva in bocca un fallo di gomma nera posto sulla scrvania, e… ce ne sarebbero da raccontare, ma come diceva la nonnina de "L’ Albero della Vita" alla fine di ogni puntata della serie: "…Questa è un’altra storia…"

2 Risposte a “”

  1. avete visto sono tornata…adesso non dovete più temere per i post non commentati…anche se sfiorano lo squallido come questo!!!;P

    ciaociao

    oceanomare86

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